Tre piccole immagini ...
... e un breve trafiletto, impaginate le une sull'altro in uno spazio largo appena un quarto della rivista, sono bastate per attirare la mia attenzione su questi gustosi ritratti di Federico Babina.
Ho seguito il link che mi invitava a visitare il suo spazio web ed ho scaricato soddisfatto tutti quanti i trentatre ritratti realizzati.
Dedicato al ritratto, ho un libercoletto di Tullio Pericoli (1), grande maestro a riguardo, ove si legge:
"Un volto intravisto è come il riepilogo di uno splendido romanzo, di cui uno scrittore di talento, nel tempo di uno sguardo, ci consegna l'essenziale"citazione tratta a sua volta da Julien Green ...
... e più avanti si legge:
"ma se il volto è uno scorcio autobiografico, il ritratto è una lettura narrativa" ...
... e ancora:
"la riconoscibilità del ritratto è un trucco scenico, che rimuove dal volto gli ingombri non comunicativi"
e il ritratto è
"la stenografia di un 'romanzo' biografico".
Dunque il ritratto trasmette in maniera ermetica, e forse anche criptata, la storia della persona ritratta ... così suggerisce il maestro.
Leggiamo ancora:
"certamente il ritratto di un letterato, di uno scrittore, di un personaggio pubblico, non può non tenere conto di quello che il soggetto ha scritto, ha detto, ha fatto. Affrontando quel volto c'è già quello che ho chiamato prima un pregiudizio. Nel senso che io ne ho già un'immagine, senza che abbia mai visto quella faccia: ho un'immagine delle sue idee, le conosco, ho dato loro una forma. Un libro importante, ad esempio, cambia chi lo ha scritto; incide anche sulla sua fisionomia. Se ti chiami Gabriel Garcia Màrquez e scrivi 'Cent'anni di solitudine', 'Cent'anni di solitudine' non può non cambiarti, nel momento in cui diventa un romanzo di diffusione mondiale. Quello che il libro trasmette finisce per modificare la tua stessa immagine: è come se la tua identità dovesse corrispondere a quella divulgata dal libro".
Anche il ritratto di un grande architetto non potrà che seguire la stessa sorte; seguendo lo stesso ragionamento, un'opera come la Sagrada Familia non potrà non lasciare un segno sul volto di Gaudì così come 'Cent'anni di solitudine' sul volto di Màrquez. Il volto diventa una geografia di segni stratificati, lasciati dalle opere realizzate, che Bobina rende leggibili nei suoi ritratti in maniera chiara, evidente, e non certo criptata. Il risultato è questa serie gustosa di ritratti caricaturali, di 'archiportrait' come lui li definisce, tutti quanti realizzati con segni che richiamano alla mente opere celebri, facili da decriptare almeno da parte di un lettore che conosce l'architettura moderna ... in qualche modo un addetto ai lavori.
Con queste premesse fare il ritratto di un architetto può apparire più semplice di quello di un letterato, di uno scrittore, di un personaggio pubblico. Francamente non saprei, ma appare. Appare più semplice ridurre a segni grafici delle opere architettoniche o di design che non uno scritto, un'azione o ciò che è stato detto ...
A questo punto gustiamoci i ritratti di Bobina ...
A questo punto gustiamoci i ritratti di Bobina ...
... quello di Gaudì, folta barba, occhi scavati e naso importante, ciuffo e discriminatura, in cui capelli, naso e occhio sono risolti con elementi presi a prestito da casa Batllò ...
... la barba usa invece l'architettura della Sagrada Familia capovolta (citazione della catenaria?) e sullo sfondo si intravedono le silhouette dei camini di casa Milà ...
... più ricco di citazioni il ritratto di Arne Jacobsen ...
... testa e naso grandi, discriminatura, occhiali, bocca importante, pipa e papillon ...
... nel quale la Egg Chair dà la forma alla testa, mentre l'Ant Chair ne costituisce l'unico orecchio visibile ...
... il naso e la pipa prendono a prestito la silhouette alla aj-floor-lamp e il contorno bocca alla Drop Chair ...
... infine maglietta e papillon sono ottenuti per assemblaggio multiplo della spalliera della Grand Prix ... dimenticavo ... un cucchiao risolve l'occhio ... bocca e mento suggeriscono un vassoio (?) ...
... e per ultimo il ritratto di Frank Gehry ...
... capelli bianchi piuttosto lunghi e mossi, naso vistoso, ovale largo, occhiali ... con il profilo del volto risolto con la 'Casa Danzante' di Praga spezzata in due parti ...
... per fare posto al Port Olimpic di Barcellona in luogo del naso, il tutto coronato dal Walt Disney Concert Hall che, con le sue superfici ondulate, sostituisce la capigliatura mossa ...
... non saprei definire l'origine dell'occhio-occhiale, della bocca e del collo ...
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1. T. Pericoli - "L'anima del volto" 2005











Andrò a vedere anche gli altri...
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